Sabato 22 maggioo la gioia ha pervaso la mostra fraternità. Abbiamo ricevuto la Grazia di avere definitivamente un frammento della calotta cranica del nostro S.Francesco di Paola. la reliquia è stata donata da don Rodolfo Bruschi, novello sacerdote sartanese. Prima della S Messa c’è stato un momento di riflessioni e di saluti da parte del Sig Sindaco di Torano Castello Lucio Franco Raimondo, da parte di don Rocco (il parroco), di don Elio Perrone (parroco emerito di Sartano) e la giornata si è conclusa con una breve sintesi letta da Antonio Cariati sulle reliquie di S.Francesco di Paola. La festa di San Francesco è stata anche arricchita dalla professione nel T.O.M. del confratello Aldo Siciliano. di seguito riportiamo la relazione sulle reliquie del Santo paolano: “La diffusione del culto e delle reliquie di San Francesco di Paola è un periodo che va dalla morte di san Francesco di Paola (2 aprile 1507) al bruciamento del suo corpo a Tours il 13 aprile 1562 e da questo momento che inizia il culto per le sue reliquie.
In un manoscritto anonimo di Marsiglia “St François de Paule martyr aprè sa mort” [Ms 1268 f. 81v], ma non è solo questo Anonimo a parlare di martirio: ci sono molti altri che hanno scritto la biografia del nostro santo paolano, come il Lanovius (o Lanovio) nella Cronaca Generale dell’Ordine dei Minimi (1635).
La sua morte e il trapasso coincise dando inizio alla sua gloria, ma godeva già la gloria da vivo (anche se lui cercava di rifiutarla e di minimizzare tutti i prodigi), perché tutti lo cercavano e desideravano una sua parola di Incoraggiamento e di conforto.
Alla sua morte il corpo venne deposto per primo in una cassa di legno, vicino al fiume Cher, ma dopo 11 giorni venne rimosso e sistemato in un sarcofago di pietra, perché si temeva che l’umidità del fiume avrebbe marcito subito la cassa di legno.
Il 13 maggio 1512 il papa Giulio II ordinava di raccogliere tutte le testimonianze sulla vita e sulle virtù del servo di Dio, in un regolare Processo per la sua Beatificazione, che avvenne il 7 luglio del 1513 mentre il 1° maggio 1519 Leone X lo dichiarava Santo! E da quel giorno in poi la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio.
Insieme a San Martino c’è san Francesco di Paola che rendono Tours conosciuta in tutto il mondo!
Dopo il 1560 ci sono dei movimenti anticlericali, che minano la pace nella Chiesa, e la combattono anche con le armi: sorgono gli Ugonotti (Calvinisti) che metteranno a ferro e fuoco tutte le chiese di Francia. Tours venne invasa da questi profanatori il 6 aprile 1562 al grido di “libertà di culto” e “fuori lo straniero” (alludendo a Caterina dei Medici).
Secondo p Isidoro Toscano, il 13 aprile del 1562 gli Ugonotti entrarono nel Convento dei Minimi di Plessis-les-Tours. Buona parte dei Frati accolse il consiglio di allontanarsi dal convento per evitare di essere travolti dalla furia insensata di questi calvinisti. Rimasero solo gli infermi, feriti, e il p Apuril venne gettato dalla scala e ucciso. Vennero profanate tutte le tombe e quella del nostro San Francesco di Paola che gli Ugonotti dopo aver aperto la tomba, trovarono il suo corpo ancora intatto (erano trascorsi 55 anni) e lo trascinarono per il convento per poi metterlo sulla catasta di legna dove sarebbe stato bruciato; il fuoco divampa ma il corpo di Francesco neppure si affumica e allora vennero prese tutte le croci di legno del convento e solo dopo ciò il corpo prende fuoco: perché se la prendono anche con questo frate Calabrese? Perché l’Ordine dei Minimi era al primo posto nella lotta al calvinismo con uomini come p Jean Ropitel che era chiamato “il martello degli eretici”.
Francesco di Paola visse presso la corte di Francia per ben 24 anni, avvicinato da molte persone influenti non solo francesi, ma dalla Spagna e dalla Germania, che hanno permesso l’espansione in queste nazioni dell’Ordine dei Minimi.
Quando Francesco era vivo, a paterno e a Paola accorrevano fiumi di pellegrini, ma dopo la sua partenza per la Francia questo flusso diminuì ma non fu dimenticato, anzi tutto ciò che gli era appartenuto e usato venne custodito preziosamente, come i suoi vestiti, le tuniche a Paola erano conservate come reliquie (che producevano anche prodigiosi miracoli).
Un trattamento diverso meritano le reliquie di Tours, conservate nella chiesa di “Notre Dame la Riche” (il nome primitivo era Notre Dame la pouvre: perché qui venivano rifocillati e ospitati i poveri), e di Paola. Queste ossa furono autenticate dall’Arcivescovo di Tours.
Secondo il p Giuseppe Letellier il 23 aprile 1581: ne fece dono alle chiese della Madonna di tutte le Gratie di Nigeon presso Parigi, a Madrid, a Malaga, a Barcellona, a Napoli, un osso del Costato nella Chiesa del Monastero di Paola, un altro osso al convento di Piazza reale a Parigi. Nella chiesa di s Luigi a Napoli c’è un osso che è la nuca del collo che fu dato poi dal p Bachelier alla Cattedrale di Napoli nel 1629 (quando divenne patrono di Napoli!). Nella statua del Duomo di Cosenza si trova una parte della costola (conservata anche nella statua d’argento di Paola).
Il 12 gennaio 1792 durante la Rivoluzione Francese, l’abbate Boulard venne fatta una ricognizione ricevette le reliquie dal p Donineau, e furono custodite nel tesoro de la Riche. Le teche furono prelevate dal Comune di Tours poiché erano di oro e di argento e le reliquie racchiuse in una teca di cristallo.
Dopo la rivoluzione venne fatta una ricognizione che menziona 13 ossa: 6 vertebre (tre cervicali e tre lombari) l’osso sacro, una parte di tibia, i due temporali e due ossa del bacino.
Sventuratamente solo i Padri Minimi furono quelli che non profittarono dell’aprire le urne delle reliquie, mentre altri ebbero frammenti, come per esempio fu dato al re di Napoli una reliquia quando passò da Tours nel 1830.
Nel 1934 il p Generale Giuseppe di Lauro e p Gennaro Moretti chiesero delle reliquie all’Arcivescovo di Tours che diede: l’osso sacro, due vertebre ed un quarto frammento. Ma in circolazione ci sono altre reliquie che andrebbero vagliate e studiate.
Nel convento di Amiens si trovava una parte del cranio e del bacino di S Francesco di Paola come il suo berretto.
Il 31 maggio 1961 il Santuario di Paola si è arricchito di un frammento (di cm 5/8) dell’osso parietale del cranio dato dal dott. Vincenzo Dente che lo custodiva nella cappella di famiglia a Frattamaggiore (NA). È molto probabile che questa calotta cranica sia stato il dono della città di Tours a Ferdinando II nel 1830. E un pro-zio del dott. Dente è stato un Canonico Palatino.
L’elenco continua: a Genova un osso del costato e un metacarpo; a Valladolid un osso del braccio; a Ravello un dente, a Sambiase un dito; a Saragozza un dito; ad Alessandria un dito; a Montalto Uffugo un dito. In altre parti piccoli frammenti. Poi ci sono le reliquie degli indumenti. Certamente le reliquie aumentano ed alimentano la devozione a questo Santo. Ma la Fede, la vera fede non ha bisogno solo di queste cose, necessita di essere professata, celebrata e vissuta!!!
di A. Cariati