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Paola / Dalla Fraternità riflessioni sulla seconda tappa: “Con Francesco contempliamo il creato, giardino di Dio. Ecologia ed economia della salvezza.

“I primi tre libri della Genesi un intreccio tra ecologia, come custodia del creato da parte dell’uomo, ed economia della salvezza come amministrazione del creato e delle sue creature da parte di Dio. Dall’armonia iniziale, alla realtà corrotta dall’uomo che si vuol fare come Dio, all’adoperarsi di Dio perché tutto ritorni alla condizione iniziale”.

L’amore di Dio deve essere per tutti noi una certezza. Dio ha creato la natura, gli animali, la luna, il sole , le stelle , il cielo ed infine l’uomo e la donna. L’uomo in quanto creatura prediletta del Signore, deve, o meglio, dovrebbe essere il custode della creato; invece, purtroppo , spesso pone in essere azioni violente o ingiuste verso tutto ciò che Dio ha fatto. Parlare di ecologia, vuol dire abbracciare tanti aspetti, è uno di quegli argomenti che può essere osservato da diversi punti di vista. Allora, essendo rivolta alla fraternità del Tom, mi sembra giusto prendere in considerazione prima di tutto il nostro Santo Padre Fondatore, San Francesco di Paola, prima eremita, in una grotta, poi consigliere del re di Francia. Vissuto in un momento storico di riforme, con privilegi per i nobili e tanta miseria per la maggior parte del popolo. Un uomo, straordinariamente semplice , che giovanissimo decide di andare a vivere in una piccola grotta, per ritrovare un rapporto diretto e quotidiano con il Signore, qui vive nella più assoluta pace con la natura, si nutre di bacche e di erbe, instaura un rapporto privilegiato con gli animali, cammina scalzo; non mangia carne, una preziosa virtù , secondo gli antichi Padri della Chiesa, che rappresenta il totale distacco dal peccato originale. Per San Francesco l’uomo era importante, ha sempre cercato la pace, sempre aiutato chiunque si recasse da lui. Tanti dei suoi prodigi li ha posti in essere, per mezzo di gesti semplici o con l’aiuto di erbe. Teneva tra le mani, il fuoco, senza

bruciarsi. Nella grotta, vive in contemplazione, che altro non è che la rinuncia a qualsiasi iniziativa umana, permette l’incremento della preghiera e dell’abbandono a Dio. La grotta, può, anche essere considerata un atto di amore verso Dio, espressione di quella fede semplice ed autentica dettata dal cuore.

Scrive, Pascal “la natura ha delle perfezioni per dimostrarci che essa è immagine di Dio e ha dei difetti per dimostrarci che ne è solo un’immagine”.

San Francesco, ferma le c.d . “pietre del Miracolo” ancora oggi in bilico sotto il Santuario, con un colpo di bastone nella roccia fa sgorgare l’acqua, la famosa “fonte della Cucchiarella”, tocca il ventre di una donna sterile, facendo un segno di croce e lei a breve riuscirà a dare la vita. Acqua e fuoco , elementi della natura, segni cristiani del battesimo, l’acqua che fa rinascere a nuova vita ed il fuoco espressione dello Spirito Santo. Scrive l’anonimo, contemporaneo “tutti gli elementi della natura lo servivano e lo obbedivano”.

Scrive di Lui sua eccellenza G. Morosini “l’uomo convertito penitente e fedele al Signore , la natura è una realtà del Paradiso ultraterreno, perché in codesta riconciliazione ha ripristinato per sé il Paradiso”.

Rispettare la natura vuol dire riconoscere il Signore , quale padre e creatore. Il Fondatore si è sentito parte del creato, essere umili significa non aver un concetto troppo elevato di se stessi, è stato tanto umile, da definirsi minimo, da chiamare Minimi i suoi figli.

Ancora, Don Daniele De Rosa, parroco della Diocesi di Vicenza, e Terziario Minimo nel libro “il Santo Vegetariano”, pone una relazione stretta e significativa tra il Santo Paolano e la natura, non per qualcosa di diretto o per qualcosa di significativo che ha scritto, ma solo attraverso lo stile di vita del Santo, parla degli animali che considerava per lungo tempo compagni di vita, la trota Antonella, l’agnellino Martinello. Altro , riferimento meritevole di attenzione è l’Enciclica di Papa Francesco, del 2015 “Laudato Si”, testo ricco di contenuti, divisa in sei capitoli, cosa particolare non ha undestinatario, quasi a voler indicare da subito l’intenzione di rivolgere questo documento all’intera umanità. Scrive il Pontefice “il mondo è molto più che un problema da risolvere è un mistero gaudioso da contemplare nella letizia e nella lode”. Ancora una volta si evince il suo legame con san Francesco d’Assisi, da lui prese il nome al momento della sua elezione al trono di Pietro, ed il titolo di questa enciclica è lo stesso di una poesia di San Francesco del 1226, come lode a Dio alla vita ed alla

natura. Francesco di Assisi , lo sappiamo bene, era innamorato della natura, da nobile e ricco che era si spoglia di tutto per vivere in povertà ed umiltà. La natura di questa Enciclica può essere collocata, in quella parte del Magistero della Chiesa , relativo al sociale, il terzo pilastro dopo, Rerum Novarum di Papa Leone XIII del 1891 rivolta alla classe operaia , Populorum Progressio di Papa Paolo VI del 1967 rivolta al sottosviluppo del tempo, ed ora Laudato Si, ecologia, sviluppo e squilibri.

La Laudato Sì, racchiude un’attenta analisi del nostro pianeta, la natura che dovrebbe essere amata e considerata “casa Comune “ viene maltrattata, considerata una pattumiera…la politica che non fa molto, gli squilibri tra ricchezza assoluta e miseria più vera. Sono tante le problematiche che il Papa , affronta, quasi a voler richiamare tutti, indipendentemente dalla fede, all’amore per il pianeta. Tutti dovrebbero essere solidali, la politica essere uno strumento per aiutare chi ha più bisogno….amare laterra e gli altri!!

La tecnologia, uno strumento che dovrebbe unire e non allontanare.

Un documento ricco di spunti di riflessione, dove il Papa a me sembra un papà, che vuole aprire gli occhi ai figli , su numerosi problemi. Problemi che possono direttamente o indirettamente riguardare tutti. L’Enciclica si conclude con due preghiere, una rivolta a Dio quale , Dio onnipotente e dei poveri credenti e non, l’altra preghiera cristiana per il creato.

Dio ha mandato il figlio non per giudicare, ma affinchè il mondo si salvi per mezzo di lui; ecco la misericordia di Dio, l’amore incondizionato del Padre per l’intera umanità. La data , dell’Enciclica è del 2015, ma oggi , in piena pandemia Covid, è più che attuale….un virus che ha stravolto il vivere quotidiano di tutti, che non permette più di stare uniti, ha causato milioni di morti, ha fatto chiudere tante attività economiche, e questo ha purtroppo ridotto numerose famiglie in condizioni economiche difficili, allora se davvero ci sentiamo fratelli, dovremmo fare un piccolo gesto di solidarietà, si pensi alle mense solidali, gli empori dove tanti vanno purtroppo, per mangiare….e poi si deve studiare attraverso uno schermo, ed ecco uno squilibrio…. il cibo bene necessario e la tecnologia che diventa fondamentale! La salute che, viene ogni giorno condizionata, gli anziani costretti a stare soli per non essere infettati; mi sembra che le premure che il Papa aveva sottolineato sono oggi ben visibili, si deve andare avanti si deve migliorare, ma i miglioramenti devono riguardare la collettività, non pochi!

L’uomo, ha davvero compreso quanto Dio lo ama ed i gesti che ha posto in essere per dimostrare quanto sia grande il suo amore?

Può l’uomo considerare gli altri, estranei dei fratelli, se spesso non riesce a perdonare il fratello o i genitori, con i quali per anni ha diviso la casa e la tavola?

La casa comune, i problemi comuni saranno davvero comuni, quando il cuore di ognuno sarà diverso.

di Delia Scarnà