Carissimi,
ci accingiamo a vivere insieme un tempo forte che dovremmo sfruttare appieno per prepararci alla Santa Pasqua.
Reduci da un altro anno faticoso, ci troviamo a fronteggiare un ulteriore momento drammatico che colpisce tutti ancora una volta a livello mondiale: una guerra.
Come noi sappiamo e sperimentiamo, la comunione tra i popoli può crescere solo partendo da Cristo. È solo attraverso Gesù Cristo che si è fratelli l’uno per l’altro, in conseguenza di ciò che Gesù Cristo ha fatto singolarmente in ognuno di noi.
Gesù Cristo riunisce in un’unica comunità uomini e donne di ogni estrazione sociale, lingua, cultura e ideologia, e proprio in questi momenti forti che Lui porta il nostro grido di aiuto a Dio Padre; infatti, ancora una volta assistiamo a questo fenomeno dei tanti, vicini e lontani dalla pratica religiosa, che scelgono di invocare il buon Dio per intercessione dei Santi e della Vergine Maria.
Dio ha mandato Suo figlio a liberarci per amore, nella speranza di salvarci tutti, perché ci ama distintamente e singolarmente con lo stesso identico amore e nei momenti drammatici qualcosa dentro di noi riconosce quella forza superiore insita in ognuno, a cui appellarsi e a cui rivolgersi.
Il Santo Padre ci ha rivolto per la Quaresima un invito semplice e genuino come la sua persona. La frase ricorrente che egli utilizza spesso e che oggi ancor di più dovrebbe scuoterci è “non stanchiamoci” di cercare il bene … di fare il bene … di pregare… di rinunciare a qualcosa per amore … non stanchiamoci è un invito a non perdere la speranza e a restare uniti.
Una cosa che a me dà fiducia è che i popoli stanno cercando di unirsi, come è stato per la Pandemia da Coronavirus, contro la guerra senza delegittimare nessuno, ma aprendosi all’ascolto di tanti.
Ciò fa ben sperare che anche i meno predisposti all’incontro con il Cristo possano riconoscere Cristo nel fratello perché solo Cristo ci rende un solo corpo e così come ci suggerisce la nostra Regola del Terz’Ordine siamo Fratelli in Cristo e in Cristo dobbiamo riporre le nostre richieste, le nostre speranze e fragilità.
Questa nuova prova ci vuole vedere uniti e scegliere la pace. Cerchiamo quindi di vivere questo tempo, il nostro tempo, in una penitenza più intensa. Offriamo il digiuno di Quaresima con amore anche per i fratelli che non sono ancora illuminati ma che soffrono.
Il digiuno non è una mortificazione, ma un gesto d’amore che nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo donare anche per la pace, affinché essa non rappresenti solo la fine del conflitto, ma l’inizio di una nuova era che non si esaurisca con la fine del sopruso, ma che aiuti a trovare tranquillità.
Buon cammino a tutti
Valeria Buoninconti