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Roma, 20 gennaio 2022 / Festa della Madonna del Miracolo: Racconto dell’apparizione e Supplica

RACCONTO DELL’ APPARIZIONE

Giunto a Roma mi recai a casa del barone Teodoro De Bussière … Gli feci conoscere l’impressione, che mi aveva fatto la visita del Ghetto per l’oppressione dei miei fratelli ebrei, come anche delle superstizioni dei cattolici; e me ne risi con piacere. ”Ebbene, rispose il signor De Bussière, giacché siete uno spirito forte, non avrete difficoltà di portare una medaglia, che vi darò”. “La porterò, risposi, per mostrarvi che gli Ebrei non sono così ostinati. Il signor De Bussiére, ingenuamente trionfando della sua vittoria, volle conseguirne tutti gli utili. “Ora, riprese, bisogna dare compimento alla prova: si tratta di recitare mattina e sera il ‘Ricordatevi’ , brevissima ed efficacissima preghiera indirizzata alla Vergine Maria da S. Bernardo”(…).
Nella chiesa di S. Andrea delle Fratte nessun oggetto d’ arte attirava la mia attenzione. Camminavo meccanicamente, con lo sguardo in giro, senza fermarmi su alcun pensiero; mi ricordo soltanto di un cane nero, che saltellava e balzava dinanzi a me. Presto questo cane disparve; tutta la chiesa disparve. Non vidi più nulla; o piuttosto, mio Dio, vidi una sola cosa! Vidi come un velo dinanzi a me. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce e vidi sull’altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la santissima Vergine Maria, simile nell’atto e nella forma all’immagine che si vede nella Medaglia miracolosa dell’Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza irresistibile mi spinse verso di lei, che parve dicesse: “Basta così”. Non lo disse, ma capii. A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai quindi varie volte di alzare gli occhi verso la santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li facevano abbassare, ciò che, però, non impediva l’evidenza di quella apparizione. Fissai le sue mani e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della santissima Vergine, benché ella non mi dicesse parola, compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato la bellezza della religione cattolica; In una parola, compresi tutto. Non sapevo dove mi trovavo; non sapevo se ero Alfonso o un altro; provavo un cambiamento così totale che mi credevo un altro.
Cercavo di ritrovarmi e non mi ritrovavo. La gioia più grande si sprigionava dal fondo della mia anima, non potei parlare: non volli rivelare niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che feci chiedere un sacerdote. Vi fui condotto; dopo averne avuto l’ordine positivo, ne parlai come mi era possibile, in ginocchio e con il cuore tremante.
Tutto quello che posso dire è che, al momento del prodigio, la benda cadde dai miei occhi; non una sola benda, ma una quantità di bende che mi avevano avvolto disparvero, una dopo, l’altra, rapidamente, come la neve, il fango e il ghiaccio sotto l’azione del sole cocente. Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo. Ma piangevo. Vedevo nel fondo dell’abisso le miserie estreme alle quali ero stato strappato da una misericordia infinita. Rabbrividivo alla vista delle mie iniquità, ed ero stupito, intenerito, sprofondato in ammirazione e riconoscenza. Come sono arrivato a questa conoscenza? Non saprei dirlo. Questo io so: che entrando in chiesa ignoravo tutto; uscendone vedevo chiaro.

SUPPLICA ALLA MADONNA DEL MIRACOLO

O Vergine Immacolata, eccoci qui prostrati davanti a Te, celebrando il ricordo del prodigio di grazia che hai operato in questa chiesa, portando alla fede Alfonso Ratisbonne. È stata una prova concreta di quanto fosse vera la promessa fatta a Santa Caterina Labouré, consegnando la tua medaglia. Noi sappiamo che sempre e dovunque sei disposta ad esaudire le preghiere di noi tuoi figli; ma vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. E questa o Maria è una di quelle ore nelle quali diventano più abbondanti il tuo amore e la tua misericordia.
Noi veniamo a Te, o Madre, con immensa gratitudine ed illimitata fiducia per ringraziarti della tua continua protezione e chiederla ancora abbondante per tutte le necessità che in questo momento noi ti presentiamo e che tu leggi nei nostri cuori. Sono i bisogni della nostra vita quotidiana: malattia, lavoro, difficoltà economiche, mancanza di pace in famiglia, lotte, divisioni e tanti altri mali, che è difficile enumerare, ma che tu ben conosci. Siamo ben consapevoli che tanti nostri mali sono causati dalla nostra mancanza di fede e dalla nostra difficoltà a seguire un vero cammino di conversione. Eccoci qui, allora, ai tuoi piedi, o Madre della conversione, a chiederti di essere partecipi anche noi del dono di grazia che hai fatto ad Alfonso Ratisbonne. Convertici al bene, o Maria: convertici a Cristo; convertici a Te. Che sia operante in noi la grazia del Battesimo. Che i comandamenti di Dio siano la nostra guida. Che il Vangelo ispiri la nostra vita. Che la Chiesa sia sempre la nostra Madre e Maestra. Che non cediamo alle tentazioni di un mondo che ci ispira comportamenti che non sono conformi alla legge di Dio. Che si ristabilisca nelle nostre famiglie il santo timore di Dio, al quale educare i nostri bambini e i nostri giovani. Che la speranza torni a fiorire in mezzo a noi e mai possiamo cedere alla tentazione di non poter ricominciare, soprattutto quando il verme della divisione corrode i vincoli di amore all’interno delle nostre famiglie. Che tutto possa ricominciare ritrovando la strada del bene, segnata dal perdono cristiano.
Questa è l’ora tua, o Maria, l’ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante; l’ora in cui apparendo a Ratisbonne, ci hai detto che puoi tanto presso il trono di Dio; è l’era in cui hai fatto sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che ha inondato la terra.
Fa’, o Madre, che quest’ora, che ci ricorda la dolce commozione del tuo cuore, che ci ha dato un’altra prova del tuo amore, sia anche la nostra ora: l’ora della nostra conversione e l’ora della piena accoglienza dei nostri voti da parte tua.
Fa’ che possiamo sperimentare la stessa gioia di Ratisbonne, che ti ha visto viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa. Fa’ che noi possiamo fissare oggi le tue mani e vedere in esse l’espressione del perdono e della misericordia, e portare con noi a casa la certezza che questa misericordia ci esaudirà per tutte quelle grazie che siamo venuti a chiederti. Abbi pietà di noi ed esaudiscici.
Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l’amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia.
O Consolatrice degli afflitti, o Rifugio dei peccatori, o Aiuto dei cristiani, o Madre della conversione, vieni in nostro aiuto.
Fa’ che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici, guarisca i nostri ammalati, conceda pace alle nostre famiglie, dia a tutti forza per testimoniare la fede. Essa ci scampi da ogni pericolo e porti conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Concedici infine, o Maria, che dopo averti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo lodarti in eterno, godendo con te la felicità eterna del Paradiso. Amen.
Tu, che portando alla fede con la tua Medaglia Alfonso Ratisbonne ti sei rivelata come Madre della conversione, ricordati di tutti coloro che non hanno fede o vivono lontani dalla grazia.
Concedi, infine, o Maria, che dopo averti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo lodarti in eterno godendo con te la felicità eterna del Paradiso. Amen.

a cura di P. Taras Yaher