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Pillole di storia / 1821 – 5 maggio – 2021 200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte… Un piccolo addentellato storico, che testimonia il legame, sepur breve ma sempre ricordato dal futuro Imperatore, con i Minimi.

“Papà Carlo, ex fervente nazionalista, aveva partecipato a vittorie e sconfitte della milizia capitanata da Pasquale Paoli. Infine si è schierato con i Francesi ed è stato accettato come membro della nuova nobiltà corsa. Nel 1778, quando il piccolo Napoleone ha quasi dieci anni, è nominato rappresentante della Corsica presso la corte di Luigi XVI a Versailles. È una grande occasione. È anche l’occasione per chiedere e ottenere dal Re di Francia una borsa di studio e l’iscrizione di tre dei suoi 12 figli ( ma solo 8 sopravvissuti) nelle scuole più nobili del regno, a quel tempo per lo più gestite dai Frati Minimi di San Francesco di Paola, divenuto in quei secoli , l’Ordine ufficiale della Corona. Contava al quel tempo, un gran numero di notevoli e notabili precettori, che la nobiltà faceva a gara ad accaparrarsi, a motivo non solo delle rigide e ferree norme comportamentali alle quasi venivano assoggettati gli allievi, ma soprattutto per la versatilità culturale che gli stessi avevano maturato, in tutti gli ambiti del sapere tecnico, scientifico, artistico e speculativo. Giuseppe e Napoleone andranno al Collegio vescovile di Autun, gestito in quei secoli, dai suddetti Monaci della Provincia di Borgogna. La figlia Elisa entrerà nell’aristocratica scuola per dame di Saint-Cyr. Papà Carlo intanto va a Versailles, dove lo aspettano gli Stati Generali. Il Maggio 1779 si avvicina.

Per Napoleone è un momento delicato. Arrogante, provinciale, con un pessimo accento, straniero in casa dei suoi oppressori, si trova malissimo con i suoi compagni di collegio. Chi prova a prenderlo in giro riceve un bel pugno in faccia. Così gli stanno lontano. Comunque ad Autun, in Borgogna, nel collegio gestito da Minimi, rimane il tempo necessario per imparare decentemente il francese. Ne uscirà dirozzato e forgiato nel carattere, pronto ad affrontare le epiche e controverse stagioni della sua vita. È destinato alla scuola militare reale di Brienne, mentre Giuseppe è destinato alla carriera ecclesiastica. Quando si separano Giuseppe piange come una fontana, Nabulio, forse, una piccola lacrima”.

da P. Vincenzo Arzente