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Paola / Riflessioni al tempo della Pandemia da Covid: “L’uomo nella natura, all’ombra del manto di San Francesco di Paola”

Al giorno d’oggi sono molteplici le problematiche che affliggono la vita di tutti i giorni, e molte di
queste riguardano l’uomo e il suo essere e vivere nell’ambiente. Se si pensa alle varie questioni
sparse per il globo, diventano sempre più attuali e affannose quelle che concernono temi come
l’eco-sostenibilità, la potenziale scomparsa di tante specie animali, i disboscamenti, tutti seguiti da
diversi fattori di cui l’uomo si è nel tempo reso colpevolmente responsabile e diretto fautore. Ma
come può cambiare questa situazione? Come può l’uomo abbracciare e vivere la natura e non
divorarla? Chi o cosa può venire in nostro soccorso?
Un pratico esempio è quello di San Francesco di Paola, che con la sua regola minima mostra al
mondo intero le linee guida che dovrebbero per lo meno portare ad un cambio di rotta e di
tendenza. È vero, un uomo del XV secolo è colui che ha i maggiori mezzi a disposizione per aiutarci,
mezzi che infatti non riguardano tecnologie, metodi di costruzione o venuta di nuove scoperte
scientifiche. Bensì San Francesco ci parla di un modo di vivere, e non di semplice fare. La figura del
Santo calabrese è infatti passata alla storia soprattutto per il suo approccio, come appunto viene
definito dalla sua regola “minimo”, che contraddistingue un vivere immerso nella natura, usando
ciò che la stessa ci fornisce e non invece abusandone fino al suo collasso.
Ma cosa significa “minimo”? Per San Francesco ha un significato profondo, che parte dalla persona
per sfociare nel mondo, e non viceversa. San Francesco infatti viveva in maniera molto povera,
verrebbe quasi da dire essenziale. Si accontentava, per così dire, di poche radici come pasto, dopo
una dura giornata di lavoro, di preghiera, di carità verso il prossimo. Le notti le passava su un
semplice giaciglio, il più delle volte ben poco confortevole. Ebbene, questi sono solo pochi ma
estremamente pratici esempi di come San Francesco intende l’essere “minimo”.
E tutto questo, anche se all’apparenza può non sembrarlo, ci è di grande aiuto nel tema trattato.
Perché San Francesco espandeva questo suo modo di essere anche quando stava in mezzo alla
natura. Sceglieva infatti piccole grotte per ripararsi mentre pregava, parlava con gli animali
chiamandoli “fratelli” e aveva sempre uno sguardo contemplativo e di stupore verso la natura,
aspetto che al giorno d’oggi forse si sta perdendo per strada. C’è quindi bisogno di un ritorno ad un
andare al passo con la natura, come ci dice anche Papa Francesco nella sua “Laudato sì”, e quale
migliore esempio se non San Francesco di Paola per un tale risvolto?
Papa Francesco afferma nella sua opera che “la fede ci permette di interpretare il significato e la
bellezza misteriosa di ciò che accade”, però d’altro canto la nostra libertà “può offrire il suo
intelligente contributo verso un’evoluzione positiva, ma può anche aggiungere nuovi mali, nuove
cause di sofferenza e momenti di vero arretramento”. In queste due semplici frasi cogliamo quindi
l’essenza di ciò che bisognerebbe fare oggi, guidata dalla spiritualità e dall’esempio di San Francesco.
Esempio che ci viene fornito anche dall’Anonimo, che con una sola frase descrive alla perfezione
come il Santo Paolano ogni giorno dedicava la sua vita a Dio e alla natura: “Si studiava di lavorar
molto, far molto, pregare e contemplare”.
Ecco quindi che puntuale San Francesco ci mostra di cosa l’uomo ha veramente bisogno per vivere
al meglio la sua quotidianità con la natura, e non sulla natura. Bisogna rispettarne le sue leggi, i suoi
tempi, i suoi modi, le sue caratteristiche, e non già approfittarne, sfruttarne, finanche ad abusarne,
di ogni sua possibilità. Il primo è il metodo corretto, come anche dettoci da Papa Francesco, mentre
il secondo non fa altro che corromperne l’essenza, portando l’uomo a svariate problematiche
riportate sopra, cui non è in grado di porre rimedio.
Bisogna quindi fermarsi, contemplare e amare di quanta bellezza Dio ha fornito la natura, come fece
San Francesco e come ci ha ricordato Papa Francesco, perché se l’uomo vive con la natura e non
sulla stessa, riesce ad abbracciarla, apprezzarla, viverla. Altrimenti ci si ritroverà con un uomo
possessore, materialista e consumatore, decisamente in controtendenza alle vie pellegrine che il
nostro Santo predicava 500 anni fa, e che ovviamente sono ancora decisamente e incredibilmente
attuali.
Testi di riferimento:
– La Caritas Sacrificalis: il rapporto tra penitenza e carità in San Francesco di Paola
– Atti del convegno “Ambiente ed ecologia del cibo: San Francesco di Paola tra passato e futuro
nel VI centenario della sua nascita”
– Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco

di Francesco Gentile (Fraternità di Paola)