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Paola / Riflessioni al tempo del Coronavirus: “ESSERE IN PACE CON TUTTI GLI ALTRI UOMINI, TUTTI FIGLI DELLO STESSO PADRE CREATORE E MISERICORDIOSO”

Dio ci comanda di impegnarci a vivere in pace con tutti. È facile vivere in
pace con quelli che ci vogliono bene e agiscono bene nei nostri confronti,
ovviamente; solitamente anche i pagani vivono in pace con quelli che li
trattano bene. Questo comandamento, però, dichiara: “con tutti!” Tutti
comprende non solo coloro che ci trattano bene, ma anche coloro che ci
fanno del male, e coloro che ci odiano, e tutte le persone con cui abbiamo
dei contatti, iniziando con quelli di casa nostra. Questo comandamento,
quindi, riguarda tutte le persone nella nostra vita.
“Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli
uomini.” (Romani
12:18 NRV).
A questo punto, fermiamoci a considerare che cos’è la pace di cui Dio
parla. Se non sappiamo riconoscere la pace, come possiamo sapere se
abbiamo pace con una persona o no?
Tante persone, nel mondo, per pace intendono la mancanza di guerra o di
conflitti. Secondo molti, per esempio, se in una famiglia non ci sono litigi
frequenti, c’è pace in quella casa. Se fra due persone in chiesa non ci sono
scontri, secondo tanti, essi vivono in pace. Questa però non è la
definizione di Dio. Quando la Bibbia usa la parola “pace”, intende molto
più di una mancanza di conflitto, intende un rapporto di armonia e di
tranquillità. Indica un rapporto in cui c’è benevolenza fra due persone,
anziché conflitto. Ricordiamo poi che anche se non c’è un conflitto
visibile, può esserci un conflitto o amarezza nascosti nel cuore. La pace
che Dio ci chiama ad avere è una mancanza di conflitto, non solo in modo
visibile, ma anche nei pensieri e nel cuore. Al posto del conflitto deve
esserci armonia. La pace che Dio intende non è solo la mancanza di
guerra, è una vera condizione in cui c’è bontà e benevolenza.
Vivere in pace con gli altri è una condizione talmente bella, che
dovremmo tutti desiderare di provarla; dovremmo impegnarci molto per
vivere così, per quanto è possibile. Se questo è vero, perché così spesso
non viviamo in pace con gli altri, e non abbiamo l’impegno che serve?
Perché così spesso, non abbiamo vera pace con certe altre persone?
Cos’è che ci ostacola più di tutto per vivere in pace gli uni con gli altri? Ciò
che ci ostacola per poter vivere in pace con gli altri, il più delle volte, è il
nostro orgoglio.
“Deponete dunque ogni odio e ogni inimicizia, guardatevi diligentemente
dalle parole più aspre e, se ne uscissero dalla vostra bocca, non vi
rincresca trarne il rimedio dalla stessa bocca da cui vennero inferte quelle
ferite. E così perdonatevi a vicenda e poi non pensate più all’ingiuria
arrecatavi. Il ricordo della malvagità è infatti ingiuria, colmo di follia,
custodia del peccato, odio della giustizia, freccia rugginosa, veleno
dell’anima, dispersione della virtù, tarlo della mente, confusione
dell’orazione, lacerazione delle preghiere fatte a Dio, abbandono della
carità, chiodo infisso nelle nostre anime, peccato che non viene mai meno
e morte quotidiana. Amate la pace, perché è molto meglio di qualsiasi
tesoro che i popoli possano avere. Sappiate certo che i nostri peccati
muovono Dio all’ira. Per questo correggetevi e pentitevi dei vostri peccati
passati, poiché Dio vi aspetta a braccia aperte. Ciò che nascondiamo al
mondo, non si può nascondere a Dio: convertitevi sinceramente. Vivete in
tal modo da ricevere la benedizione del Signore e la pace del Dio nostro
Padre sia sempre con voi.” (Dalle «Lettere » di san Francesco da Paola)
Per avere pace con più persone, quindi, dobbiamo riconoscere e
confessare il nostro orgoglio. Facendo così, vedremo che, in tante
situazioni, la pace che sembrava impossibile diventerà una realtà.
C’è un altro aspetto da questa verità da tenere in mente. Per poterci
impegnare ad avere una vera pace con gli altri, dobbiamo essere in uno
stato di pace con Dio. Quando non abbiamo la pace di Dio nel nostro
cuore, non possiamo impegnarci a vivere in pace con gli altri. Non
possiamo avere pace nei rapporti esterni, se non abbiamo pace
all’interno.
La vita di un credente che si impegna a vivere in pace con tutti gli altri
diventa una vita molto bella, una vita con molta tensione in meno e molta
gioia in più, rispetto alla vita di chi spesso ha conflitti con gli altri. Questo
è il piano di Dio per i suoi figli. Quando viviamo secondo i comandamenti
di Dio, avremo la pace di Dio in noi e, solitamente, la pace anche con gli
altri. La pace di Cristo non è come il pace del mondo, che dipende dalle
circostanze. La pace di Cristo viene dal nostro interiore, e mantiene il
cuore tranquillo. “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il
mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.” (Giovanni
14:2NRV). Vivere in pace con gli altri non avviene per caso, è il risultato di
un grande impegno. Dio non ci ritiene responsabili dell’avere pace con gli
altri, ma ci ritiene responsabili dell’adoperarci per la pace, senza
compromettere gli altri insegnamenti di Dio. Ci sarebbe molto da dire ma
voglio terminare con una meravigliosa promessa di Cristo Gesù: “Beati
quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di
Dio” (Matteo 5:9). Un frutto importante che dovrebbe esistere in ogni
vero figlio di Dio è che egli si adoperi per la pace. Quindi, ci adoperiamo
veramente per la pace? Che ciascuno di noi possa riconoscere quei casi in
cui non si adopera veramente per la pace, affinché possiamo confessare i
nostri peccati a Dio ed essere, per quanto dipende da noi, un popolo di
pace! “Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla
pace e alla reciproca edificazione” (Rom. 14:19).
Mi piace pensare che tutti noi siamo alla ricerca della pace soprattutto in
un mondo così difficile qual è quello di oggi.
Altro riferimento biblico è il profeta Michea (3,9-12 4,1-5 )che ci insegna
che la vera felicità è possibile solo se c’è la pace con tutti. Egli sogna un
girotondo di popoli che ascoltano il Signore, ma ogni popolo ha la sua
mentalità e tutti avranno in comune l’impegno, per la pace e il rispetto
anche se diversi. Questa speranza di pace è viva anche in noi oggi. Nella
nostra società piagata, afflitta da questo lutto per il coronavirus e in
mezzo a tante ingiustizie, il Signore ci offre il dono di vivere tra noi in pace
e nella fraternità scoprendo la misericordia di Dio. Si, Dio è misericordioso
e si è manifestato a noi con la sua infinita misericordia. Ci ha mostrato il
suo volto attraverso Gesù. Questo lungo periodo di isolamento mi ha
fatto capire che i segni dell’amore e della misericordia di Dio sono grandi.
La vita non si è fermata, è rinata, perché finalmente ci siamo accorti che il
profitto deve cedere il posto alla disponibilità, al servizio. Ci dobbiamo
allontanare dalla superficialità. Dalla gioia di stare insieme, dalla nostra
fede e dal coraggio nell’essere operatori di pace, scopriremo la vera
felicità che ci porterà sempre la luce di Dio che è per ogni essere vivente.
Nel vivere in pace con gli altri scopriremo sempre la misericordia del
Signore.
Voglio concludere con una pagina di Paolo ai Romani, che, scritta per i
cristiani, penso possa essere condivisa, almeno nelle sue linee essenziali,
da tutti coloro che hanno a cuore la riconciliazione e la pace tra gli
uomini. In essa sono presenti le coordinate interiori, di natura religiosa ed
etica che hanno una forte risonanza nella realtà sociale. «La carità non
abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli
uni gli altri, con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non
siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella
preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi
con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Abbiate gli stessi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose
troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta
di voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il
bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da
voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma
lasciate fare all’ira divina. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il
bene il male» (Rom. 12, 9,21).

di Silvana Pietramala (Fraternità di Paola)