Massalubrense, 21 – 02 – 2023 |
Ai Carissimi Fratelli Terziari Provincia S. Maria della Stella Carissimi, sonale all’incontro con il Signore che ci viene incontro per qualificare la vita di ciascuno. Un periodo cioè nel quale siamo chiamati ad assumere consapevolezza della misericordia divina che non ci abbandona a noi stessi, ma che costantemente mira a recuperarci alla comunione con sé ai |
fini di garantirci vita e felicità. Una consapevolezza che, unica e motivante, ci sprona alla conver- sione e al ravvedimento, perché appunto l’amore di Dio spinge alla con- versione (Rm 3,8). Consapevoli della precarietà e della miseria che il peccato apporta nella nostra vita, l’amore manifesto del Signore ci sprona quindi a un pro- pizio di rinnovamento e di pacificazione interiore nella fuga dal peccato e nel guadagno della nostra vita sotto l’egida dello stesso Signore che, pur dispiegandoci la prospettiva della croce nel sacrificio, nella lotta e nelle vicissitudini di ogni giorno, ci prospetta ogni volta il premio proporzionato della gloria e della conquista di noi stessi nella sua volontà. L’uomo cerca di essere sempre in pace con se stesso e di trovare un orientamento, poiché lo delude tutto ciò in cui si illude di credere com- |
plice lo scoramento apportato dal male dilagante in tutto ciò che lo cir- conda. Dove trovare realizzazione, pace e soddisfazione interiore? “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo”, dice il Qoelet (Qo 12, 13), trovando una soluzione alle vanità che caratte- rizzano il mondo presente, alla vacuità e alle prevaricazioni degli iniqui sui giusti e sugli oppressi. Proprio perché è illusorio confidare nell’uomo e nelle sue promesse, ci si offre la prospettiva del divino e del Trascendente, la sola che possa appagare appieno i nostri stessi desideri e colmare le la- cune delle nostre insoddisfazioni. |
Vivere secondo Dio osservando i suoi comandamenti e perseve- rando nella sua Parola convinti del suo amore e della sua misericordia verte al nostro stesso vantaggio oltre che alla sua gloria. L’itinerario di conversione, che ha come obiettivo la comunione con Dio, comporta delle tappe a volte sacrificate, inesorabili, non di rado costellate da insidie e da |
delusioni, che contengono tuttavia esse stesse il seme della vittoria e con- seguono il traguardo della realizzazione personale. |
E’ importante non soccombere alle difficoltà e alle intemperie che generalmente la vita ci riserva e che ancori di più sono all’ordine del giorno nell’ascesi verso il Signore; occorre non lasciarci sorprendere dalle ansietà e dalle preoccupazioni, non cedere alle lusinghe del peccato e delle alter- native di comodo ad esso correlate, ma perseverare costantemente con fiducia e abnegazione guardando all’obiettivo e al traguardo che ci si pone davanti, senza considerare gli ostacoli e le sfide che sono all’ordine del giorno in qualsiasi itinerario. “La perseveranza è la virtù con la quale por- tano frutto tutte le altre virtù”, dice Graf e la Quaresima è il luogo in cui la perseveranza viene maggiormente chiamata in causa, correlata però |
alla fede e alla speranza dalle quali essa procede. Se di fronte al male e allo scoraggiamento non bisogna chiudere gli occhi, neppure bisogna ar- rendersi di fronte alle difficoltà di un nobile progetto, ma guardare avanti senza esitazione e concentrandoci unicamente sull’obiettivo. Il riferimento è Gesù Cristo Figlio di Dio, il quale “patì per noi la- sciandoci un esempio perché ne seguiamo le orme. Egli non commise pec- cato e non si trovò inganno sulla sua bocca; oltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che agiva con giustizia” (2Pt 20, 21 – 23). Sottomesso alle accattivanti proposte del Nemico che nel deserto tentava di distoglierlo dalla sua fedeltà al Padre sfruttando perfino la Scrittura, Gesù seppe far fronte al maligno precludendogli ogni possibilità di vittoria e di rivalsa. Osteggiato costantemente da scribi, farisei e falsi testimoni che cercavano ogni pretesto per condannarlo, non esitava ad affermare con franchezza e |
coraggio nei suoi moniti e nei suoi insegnamenti la verità, che infastidisce quanti si ostinano a non accettarla come tale, rinnegando spesso l’evi- denza. Angariato e sgomento per quello che lo avrebbe aspettato sulla croce, non esitò a fare anch’egli esperienza della paura, affrontando riso- lutamente il patibolo e sebbene lo cogliesse la sensazione di essere stato abbandonato da Dio al momento della morte, non cessò di confidare nel Padre e nello Spirito che lo aveva accompagnato nei suoi percorsi di vita pubblica. Vero Dio e vero Uomo, Gesù rispetta insomma tutte le condizioni per essere un monito e un esempio attendibile di costanza e perseveranza nell’itinerario della Quaresima, ancor di più quando ai patimenti della croce e all’oscurità del sepolcro subentra la luce radiosa della Resurrezione, che |
dà la vita togliendo lo spazio a qualsiasi riferimento alla morte e alla di- sfatta. Se Gesù è il nostro riferimento, elementi validi e irrinunciabili di supporto a questo itinerario di Quaresima sono quelli di cui egli stesso si |
fece promotore nel corso della sua stessa vita pubblica: la preghiera in- tensa che esalta la familiarità con Dio, la meditazione solitaria e silenziosa nei dovuti tempi e luoghi di raccoglimento, la meditazione della Parola, la |
mortificazione corporale, la mitezza e la temperanza sopra ricordate nelle prove e nelle persecuzioni. Da aggiungersi a tutto questo il grande ausilio apportato dalla carità concreta e operosa, la quale è poi la risultante non- ché l’identità definitiva dell’avvenuta conversione. Sulle orme di Gesù Cristo, come ci esorta Paolo, allora “ciascuno esamini sé stesso e le proprie opere” (Gal 6, 4) senza presumere di aver terminato il proprio percorso di perfezione, ma analizzando costantemente sé stesso con la dovuta umiltà, considerando che il debito perenne che abbiamo contratto con il Signore non si estingue in una sola soluzione. |
Esso è stato pagato dallo stesso Cristo che con la sua croce ci ha giustificati pagando il nostro prezzo, ma non possiamo esimerci di sentirci ancora insolventi, considerando costantemente il nostro errore e rimediandovi con i mezzi di grazia succitati. La conversione a Dio è importante perché ciascuno realizzi se stesso in vista del rinnovo del mondo e della società e pur comportando un impegno personale, coinvolge anche tutti coloro che ci stanno attorno. Papa Francesco infatti ci ricorda che la Quaresima, pur riguardando una dimensione personale irrinunciabile, non esula dalle aspettative di condi- visione e di comunione, perché rientra nella sinodalità che siamo invitati a riscoprire e a valorizzare in questi anni: un rinnovamento interiore della persona realizzato dalla preghiera, dall’ascesi e dalla carità in vista della mutua accoglienza e della solidarietà; un itinerario le cui caratteristiche sono pari a quelle della stessa salvezza, che non si raggiunge solo singo- |
larmente, ma nella comunione con tutti i fratelli e nella mutua comparte- cipazione. Nessuno si pone da solo alla sequela di Gesù, ma tendiamo a rag- giungere tutti insieme il medesimo obiettivo dell’ascesa difficoltosa del monte Tabor per poi ricavare dalla fatica della salita il conforto delle ri- compense di gloria per essere apportatori a tutti gli altri della nostra stessa conquista di solidarietà al fine del rinnovamento del mondo e della società intera. “Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale, |
hanno entrambi come meta una trasfigurazione personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù e si opera per la grazia del suo mistero pasquale”; Così scrive il papa nel suo messaggio indicando nell’ascolto e nell’apertura alla realtà i due coefficienti indispensabili per una simbiosi fra singolarità e collettività ecclesiale nell’itinerario di conversione della quaresima in ambito sinodale. |
Ascoltiamo la Parola di Dio, prestiamo attenzione al fratello, specialmente quello più povero e bisognoso, impegniamoci a fuggire una spiritualità blanda e incolore di soli eventi straordinari per vivere la realtà in tutta la |
sua interezza per lavorare insieme per un mondo più giusto e solidale. D’altra parte la vita ecclesiale stessa comporta che ci si aiuti vicen- devolmente nel superamento delle imperfezioni e delle lacune che ci ca- ratterizzano, che ci si sostenga gli uni gli altri nella lotta contro il peccato, che ci si incoraggi nella correzione fraterna e nella caritatevole compren- sione. La Chiesa, di per sé Santa ma peccatrice nelle particolarità delle sue membra lacunose, è una comunità di penitenti, che mentre converte se stessa invita quanti non credono a convertirsi al solo Signore per una sola |
fede e un solo battesimo (Ef 4,4). Carissimi Terziari, il connubio Quaresima – Sinodalità è una grande opportunità per noi, non soltanto per la riconsiderazione del nostro cari- sma di umiltà e di penitenza, ma anche perché questo stesso monito evan- gelico possa incoraggiare la comunione, la concordia e l’amore nelle nostre Fraternità, nelle quali è indispensabile essere uniti e cooperare insieme per acquistare credito specialmente presso i giovani. Ci auguriamo che le prospettive di questo periodo che precede la Pasqua possano spronarci all’unione, alla concordia e al superamento di eventuali conflittualità esi- stenti all’interno dei nostri gruppi, perché tutti si possa condividere e la- vorare insieme per il progresso della nostra famiglia, a livello innanzitutto di identità spirituale, quindi in ordine all’incidenza nella vita ecclesiale, dove siamo invitati ad apportare il nostro contributo. |
San Francesco ci esorta alla penitenza quale vita secundum Deum ma la sua stessa esperienza ci illustra che tale identità carismatica, proprio perché coltivata nel raccoglimento e nella preghiera solitaria, favoriva in lui la capacità di accoglienza e di interazione con tutti e i suoi interventi di pacificazione erano in grado di apportare comunione e condivisione presso gruppi e famiglie. La mansuetudine, la semplicità e la trasparenza sortite dalla preghiera e dal rigore dell’ascesi facevano di Francesco un uomo di comunione, anche nella sua riprovazione verso coloro che usavano spet- tegolare e criticare gli altri o nell’attitudine di rimproverare quanti in qual- siasi modo recassero danno al prossimo. |
Apprendiamo da Gesù e da San Francesco a concretizzare il nostro carisma nella concordia e nella comunione spontanea e sincera, ciascuno esaminando se stesso e procurando di non cadere quando presumiamo di stare eretti (1 Cor 10, 12). |
Che la Quaresima comporti coesione, unità e solidarietà ci è dato di apprenderlo soprattutto dalle sfide che hanno caratterizzato la nostra vita recente, prima con la pandemia da coronavirus, poi con la guerra in |
Ucraina e ultimamente con la sciagura del terribile sisma n Siria e in Tur- chia. Da aggiungersi a questi eventi contristanti anche i fenomeni sempre più allarmanti del cambiamento climatico globale con la conseguenza di maremoti e sconvolgimenti sempre più frequenti. Il libro di Gioele (sul quale abbiamo riflettuto in un recente incon- tro), descrive analoghe esperienze nell’episodio di una terribile invasione di cavallette che ha devastato i raccolti destabilizzando la produzione e l’economia del paese, rilevando in un evento così nefasto un invito del Signore alla contrizione umile e penitente, quindi alla conversione con l’in- |
vito concomitante a lacerarsi il cuore, non le vesti, per poter procacciare in noi stessi quel desiderio di Dio che ci porti a realizzare la comunione esistenziale con lui, affinchè il peccato possa estinguersi nel nostro habitat già a prescindere dai singoli atti peccaminosi. Situazioni deprimenti quali quelle che ci stanno assillando non pos- sono essere determinate dal volere divino poiché non è possibile che Dio sia protagonista del male. E’ giusto considerarli tuttavia come moniti divini alla considerazione della nostra insufficienza, dell’illusorietà di vita che la nostra altezzosità comporta, delle chimere della nostra falsa sicumera e ostentata grandezza affinché comprendiamo come solo nel Signore è pos- sibile l’identità reale dell’uomo. Con l’augurio di una Quaresima fruttifera e prosperosa, vi saluto fraternamente. |
Padre Gian Franco Scarpitta |