Press "Enter" to skip to content

Maria Madre dell’ambiente e dell’ecologia

Immediatamente dopo Cristo Re dell’Universo, a sostenere la creazione e a dare senso ad ogni elemento posto in essere è senz’altro Maria, Madre di Dio. E’ possibile evincere infatti una sollecitudine da parte della Vergine sul piano ecologico, un suo inequivocabile amore per tutte le cose create, una premurosa assistenza nei confronti della natura in generale, un appello accorato da parte sua a tutti gli uomini perché si rendano custodi e non dominatori e spadroneggiatori sul cosmo e sulla natura. Maria partecipa infatti della regalità di Cristo Re dell’Universo che è il principio e il fine di tutte le cose (Ap 21, 6) e che con il Padre e lo Spirito Santo è il fautore delle cose esistenti (Cfr. Eb 1, 1–3; 1Cor 1, 8–6) e per ciò stesso anche della centralità dello stesso Cristo sulla creazione, che la induce a farsi sostenitrice con lui della salvaguardia dell’intero sistema degli elementi della natura. La tutela dell’ambiente e dell’intero universo naturale è sempre stata

oggetto di preoccupazione da parte della Chiesa, che anche su questo si è fatta latrice del messaggio divino di redenzione e di salvezza, poiché la salvaguardia del creato e il rispetto di tutte le forme di vita, degli elementi e delle leggi fisiche e naturali rientra nell’ordine della redenzione:ogni cosa esalta la grandezza di Dio e verte a beneficio dell’uomo. Ma l’appello al rispetto della natura è quanto mai accorato negli ultimi tempi di crisi ecologica e di serie minacce per il futuro del pianeta, e non può non destare ancora più preoccupazione nel mondo credente e nella vita ecclesiale. Il cambiamento climatico non è una novità sin dalla preistoria della terra, ma è sorprendente che negli ultimi decenni esso riguardi l’innalzamento della temperatura globale per cause imputabili all’attività umana. Gli effetti dell’industrializzazione e dello sviluppo economico si stanno infatti verificando deleteri per la nostra convivenza e per il futuro del nostro pianeta, poiché l’emissione continua di anidride carbonica, di metano e di altri gas nell’atmosfera è la causa d principale del surriscaldamento. L’emissione di biossido di carbonio nell’aria impedisce all’energia solare che alimenta la vita sulla terra di evaporare e di ritornare nello spazio; questa allora si propaga per l’atmosfera determinando il riscaldamento globale.

Questo è la principale causa dello scioglimento dei ghiacci, che a sua volta determina l’innalzamento dei livelli dei mari e degli oceani (4 mm all’anno) con alluvioni e nubifragi sempre più frequenti e con il rischio non lontano della sommersione di interi paesi e continenti. Si temono anche gli effetti di ondate inverosimili di calore e periodi insostenibili di siccità con conseguenze disastrose soprattutto per i paesi sottosviluppati, già gravati dal terribile problema dell’acqua. Lo scioglimento delle calotte polari determina l’acidificazione degli oceani e la scomparsa di risorse alimentari marine, come pure l’ulteriore accrescimento del medesimo aumento della temperatura. Il cambiamento del clima dovuto alla spropo- sitata produzione di effetto serra già ai nostri giorni non è più una notizia: ci accorgiamo noi stessi che le condizioni atmosferiche non rispettano più i cicli 4 originari. Anche la deforestazione e l’estrattivismo sono cause dell’innalzamento della temperatura, specialmente nelle grandi riserve di verde come l’Amazzonia, considerata da sempre il “polmone” del pianeta, in preda a continue manomissioni, opere di disboscamento e aggressioni ambientali di ogni sorta che hanno determinato l’estinzione di parecchie specie animali e vegetali e delle varie biodiversità. L’ostinazione al profitto e al guadagno smodato ha condotto la foresta amazzonica a destare situazioni serie allarmanti per tutto il pianeta, come pure il riscorso a determinati mezzi impropri di allevato del bestiame.

Nell’Enciclica Laudato sì Papa Francesco dopo aver passato in rassegna i pericoli a cui va incontro il nostro pianeta soprattutto a causa dell’incuria dell’uomo e al fenomeno dell’industrializzazione che negli ultimi due secoli ha deturpato l’ambiente perché ostinata a perseguire i vantaggi economici di capitalisti, imprenditori ed esponenti della politica mondiale, rivendica la centralità di Cristo Signore su 5 tutto il creato, considerando come solo nel Redentore tutta la creazione assume il suo senso e la sua possibilità di sussistenza. Cristo, che è il Re dell’Universo e al quale sottostà tutta la creazione che geme e soffre nelle doglie del parto perché sottomessa alla caducità e alla corruzione (Rm 8,18–24) non può non essere il criterio unico e indispensabile sul quale fondarsi per impostare qualsiasi strategia a tutela dell’ambiente. Poiché il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose e tutto il creato scaturisce da lui che tutto era detiene il dominio dell’universo (Col 1, 15–17) non può che aver riconosciuto codesto primato su tutta la creazione e non può non essere considerato il senso, il principio nonché la finalità per cui ogni cosa creata dev’essere protetta e tutelata. Questo non solamente per il credente o per quanti ammettono un riferimento etico o trascendentale, ma qualsiasi soggetto umano non può trascurare Dio come principio della salvaguardia del creato: la natura, infatti, considerata come creazione, assume agli occhi 6 di tutti il valore di un dono immeritato che non ci appartiene e che siamo tenuti a custodire e a difendere come custodi e detentori. Custodire è l’opposto di dominare, spadroneggiando arbitrariamente e approfittando delle cose esclusivamente per i propri vantaggi. La custodia si estende poi a tutto il creato nella varietà delle sue componenti e nel rispetto delle leggi fisiche naturali e va respinta ogni forma di tutela animalista ed ecologista che mentre tende a privilegiare alcuni aspetti della natura, protende a distruggerne altri, come nel caso di coloro che vorrebbero tutelare alcune forme di vita animale o vegetale ma d’altra parte promuovono le tecniche di aborto, clonazione o manipolazione genetica. La di- fesa della natura va intesa come salvaguardia del

creato, questo concepito come dono nella sua globalità e pertanto come una realtà da custodire con tutti i mezzi. Di conseguenza non si può prescindere da Dio e dal suo Verbo Incarnato in qualsiasi attività a vantaggio dell’ambiente. Il Pontefice, anche se in modo succinto e compendioso, fa tuttavia un riferimento a Maria in ordine alla lotta per la “conversione ecologica” e per la tutela dell’ordine naturale: “Maria, la madre che ebbe cura di Gesù, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Così come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesù, ora ha compassione della sofferenza dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano. Ella vive con Gesù completamente trasfigurata, e tutte le creature cantano la sua bellezza. È la Donna «vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo» (Ap 12,1). Elevata al cielo, è Madre e Regina di tutto il creato. Nel suo corpo glorificato, insieme a Cristo risorto, parte della creazione ha raggiunto tutta la pienezza della sua bellezza. Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesù, che «custodiva» con cura (cfr Lc 2,19.51), 8 ma ora anche comprende il senso di tutte le cose. Perciò possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi più sapienti. Già in questo passo del Pontefice possiamo definire le motivazioni per cui Maria è collaboratrice con il suo Figlio al mantenimento e alla tutela del creato. Le argomentazioni possono essere le seguenti:

1) Maria Madre di Dio e il mistero dell’incarnazione. Scegliendo sin dall’eternità un grembo immacolato attraverso il quale assumere la nostra umanità, abbracciando e facendo proprie tutte le precarietà terrene, avviene che Dio Verbo, per volontà del Padre e per opera dello Spirito Santo si sottomette a una creatura preordinata, semplice e dimessa come Maria. Ella diventa così la Madre di Dio in quanto Madre di Gesù che, da Figlio di Dio, senza cessare di essere tale, si fa Figlio dell’Uomo. “Nato da donna, nato sotto la Legge per riscattare coloro che erano sotto la legge” (Gal 4, 4–5) Dio in Cristo sceglie di essere asservito a una delle tante realtà creaturali alla cui maternità si affida e poiché il grembo di Maria è incontaminato e puro, se ne deduce che sceglie l’illibatezza e la genuinità proprie della natura. Maria, accogliendo in sé il Figlio di Dio e conservando la sua purezza anche dopo il parto è espressione, già in se stessa e in ragione del Verbo, di amore e di predilezione per la natura incontaminata.

D’altra parte, lo stesso Figlio di Dio, nell’incarnarsi e nell’assumere in tutto la natura umana eccetto il peccato, accetta di essere egli stesso una delle “creature” come le altre, senza nulla togliere alla propria magnificenza divina; in questa relazione fra Maria e il suo Figlio che inizia nell’incarnazione è presente già tutto il cosmo, anche se nella forma indiretta. In ultimo, il meritato titolo di Madre di Dio comporta necessariamente che Maria sia Madre anche di tutto ciò che Dio ama e sostiene, anche della creazione in senso globale. Maria è Madre di tutti gli uomini, madre della Chiesa in quanto Madre di Dio e ciò non esclude che la sua maternità si estenda a tutta la creazione.

Paolo VI, che riporta questo concetto anche nell’enciclica Marianis Cultus, osserva che Maria merita il titolo di “Madre di tutti i viventi” in relazione a quello di Madre di Dio e di Nuova Eva: «La solennità dell’Incarnazione appare come la festa della nuova Eva, vergine obbediente e fedele che, col suo “fiat” generoso, divenne, per opera dello Spirito, madre di Dio, ma anche vera madre di tutti i viventi e, accogliendo nel suo seno l’unico Mediatore, vera Arca dell’Alleanza e vero Tempio di Dio» Eva era definita “madre di tutti i viventi”, ma perse i propri me- riti con la sua disobbedienza. Maria, definita dai Padri della Chiesa “Nuova Eva” (associata a Cristo Nuovo Adamo) per la sua obbedienza risoluta e consapevole al progetto del Padre che la voleva Madre del suo Figlio merita di essere definita con il titolo suddetto perché si rende partecipe con Questi dell’opera di redenzione del genere umano, ma anche perché la sua obbedienza stessa estende la sua maternità divina a tutti gli esseri che vivono nel cosmo. L’attenzione che la Madre di Dio, Nuova Eva, ebbe nei confronti del proprio Figlio divino, la cura e la premurosa sequela che esercitò su Questi fin dal concepimento assieme ai rischi e ai pericoli che comportava la sua maternità straordinaria diventano attuali nella potente intercessione per tutto il genere umano e per tutti i viventi naturali e le leggi fisiche sono oggetto del suo interesse, come lo sono state per il suo Figlio Gesù Cristo.

Maria Regina del mondo.

Tale regalità ovviamente rientra nei soli limiti del 12 Regno di Cristo, essendo solamente Lui il detentore assoluto del potere della storia, del cosmo e dei po- poli. Solo a Cristo compete il titolo primario di Re dell’Universo in quanto Dio preesistente con il Padre e con lo Spirito Santo e compartecipe della creazione (Gv 1, 1 e ss), e nel quale si ricapitolano tutte le cose, celesti e terrestri (Ef 1, 10). Assumendo in sé questo primato e donandosi come capo della Chiesa, egli attira tutto in sé e la sua redenzione coinvolge tutti gli esseri e la creazione, se da una parte sog- giace alla corruzione e alla caducità del peccato, dall’altra è partecipe alla gioia della redenzione e del riscatto che Cristo ha operato nello spirito. Se adesso geme e soffre nelle doglie del parto, all’avvento ultimo di Cristo nella gloria sarà innalzata dalla sua azione liberatrice ed esaltante (Rm 8, 18–30). Fatto salvo questo primato assoluto del Cristo in ordine al cosmo e alla creazione, a Maria può essere comunque attribuito il titolo di Regina in quanto immediatamente partecipe e attenta collaboratrice all’opera di redenzione del suo Figlio e unita strettamente a lui nella stessa opera di regalità costruttiva. Avendo del resto Maria recato in grembo il Re dell’Universo e avendolo accudito, cresciuto, condotto alla vita nelle varie tappe della sua formazione umana, può a diritto meritare il titolo di Regina sempre per grazia e per partecipazione all’unica regalità del medesimo Gesù Cristo Signore. Poiché Cristo è il centro nonché Re e capo di tutta la creazione, anche per Maria si pone, sia pure in modo subordinato e secondario, di essere Regina del mondo e della varietà dei suoi elementi e di conseguenza di esercitare su di essi premurosa attenzione.

3) L’Assunzione di Maria.

Elevata in anima e corpo alla dimensione della gloria piena perché il suo fisico non fosse soggetto alla corruzione, Maria è per speciale concessione divina la creatura costituita al di sopra di tutte le altre. 14 Già preservata dal peccato originale nel suo conce- pimento, “benedetta fra tutte le donne”, è privilegiata anche fra tutti gli elementi dell’ordine creaturale, poiché il suo corpo non conosce corruzione. Non poteva essere destinato a confondersi con la terra il grembo immacolato di colei che aveva accolto il Verbo di Dio; non poteva subire disfacimento la carne materiale della Madre che aveva sempre accompagnato il suo Figlio in tutta l’opera della redenzione, associandosi sempre a lui nella lotta contro il peccato e nella redenzione stessa. Era giusto che ottenesse un atto divino di riconoscenza proporzionato alla fedeltà che aveva mostrato e questo non poteva darsi se non per mezzo della sua assunzione in anima e corpo.

Essere stata elevata al cielo sotto questo duplice aspetto non costituisce però per Maria un privilegio geloso da custodire per se stessa, ma una motivazione ulteriore a intercedere con sollecitudine per tutte le creature che tale privilegio non hanno. Aver preservato il suo corpo dalla corruzione sollecita la vergine a che niente e nessuno sia oppresso dalla corruzione e soggetto alla caducità, neppure in ordine agli elementi del cosmo. Maria di conseguenza mostra interesse, sollecitudine, premurosa intercessione per tutte le realtà dell’ambiente distrutte o minacciate dall’incuria dell’uomo, per tutte le specie animali e vegetali a rischio di estinzione, preoccupata che l’uomo resti vittima inesorabile dello stesso danno che sta arrecando al mondo in cui vive. La più nobile fra tutte le creature, il cui corpo immacolato è stato salvato dalla putredine e dalla senescenza quale Madre premurosa rivendica la dignità di tutte le cose create, promuove la salvaguardia delle con- dizioni di vita per tutti gli esseri viventi. Abbiamo parecchi elementi per avvalerci dell’intercessione di Maria perché nei principali responsabili del disastro ambientale in atto vi sia ravvedi- mento e presa di coscienza della gravità della situazione ecologica attuale. Auspichiamo che gli Stati si concentrino il meno possibile sui propri interessi 16 economici e dispongano legiferazioni a favore dell’ambiente, rivedendo i criteri di industrializzazione. Confidiamo che imprenditori e capitalisti comprendano lo stato di emergenza e accettino di provvedere al meglio alle modifiche dei piani di produzione. Ciononostante è necessario un ravvedimento personale anche da parte di tutti i cittadini, di una conversione radicale della persona che si tramuti in una seria conversione ecologica.

Da parte di ciascuno di noi è possibile infatti provvedere alla difesa della nostra casa comune quando si prende coscienza profonda delle cose na- turali come doni da salvaguardare, come elementi vitali per i quali è indispensabili lottare e accettare rinunce e sacrifici. Proprio determinate forme di austerità o di semplicità di vita vengono indicate sia da papa Francesco sia da esponenti atei e miscredenti quali soluzioni incoraggianti per migliorare la situazione e scongiurare la catastrofe. Limitare l’uso della luce artificiale all’indispensabile evitando sprechi inutili di energia elettrica, aprire il frigorifero il meno possibile e ricorrere a lampadine led contribuisce notevolmente alla salvaguardia dell’ambiente, come pure, dove possibile, la rinuncia ai termosifoni, ai condizionatori d’aria. La ricerca di mezzi di trasporto meno inquinanti, il ricorso ai mezzi pubblici, la rinuncia alla plastica e ad altro materiale nocivo alla nostra salute, la differenziazione dei rifiuti e il riciclo di oggetti sono anch’essi coefficienti che, messi in atto da ciascuno con convinzione e responsabilità potrebbero già essi stessi evitare pericoli nel futuro. Una vera conversione personale che interpelli innanzitutto lo spirito e riconquisti il cuore dell’uomo a Dio è però maggiormente indispensabile perché si possano adottare seriamente tutte queste scelte quotidiane e perché si possa adottare un nuovo criterio di vita a favore della natura e dell’atmosfera. Se Cristo ci esorta alla conversione anche sotto questo aspetto, Maria nostra Madre e modello ce ne indica la strada con il suo stesso esempio e con la sua divina maternità estesa a tutti quanti noi.

di P. G. Scarpitta  (tratto da App Charitas del  05.12.2019)